immagine aziendale

Se hai un’azienda, non sono sicuro che tu abbia mai sentito parlare di “immagine aziendale”.

Tuttavia, se hai un’azienda sicuramente hai sentito parlare di studi di settore e di anticipi IVA.

Se hai un’azienda sicuramente sei uno che ha sputato sangue.

Niente è facile. Nessuno ti dà nulla per nulla.

Sei una specie di “supereroe moderno”, che lotta quotidianamente per avere e dare lavoro, per generare ricchezza.

Ti faccio i miei più vivi complimenti.

Devo molto agli imprenditori. Il mio “mentore” è stato un imprenditore e a lui devo gran parte di quello che sono oggi.

So che spesso non è semplice fare impresa e – nonostante mi sia sempre trovato “dall’altra parte” – ho sempre guardato con profondo rispetto e gratitudine a chi come te ha saputo mettersi in discussione partecipano in prima linea nella quotidiana battaglia per la moderna sopravvivenza.

Altro che i cavernicoli. Loro avevano a che fare solo con il T-Rex.

Se stai leggendo questo articolo, probabilmente in te si è recentemente accesa una lampadina; il tuo istinto da “vecchio lupo d’affari” ti dice che qualcosa non sta andando al meglio, oppure che presto potrebbe iniziare a non funzionare più come un tempo.

Tranquillo, sei in buona compagnia.

La maggior parte dei clienti con cui ho avuto a che fare negli ultimi anni ha avuto la tua stessa illuminazione.

Perché? Semplice. Perché il mercato sta cambiando. Anzi, è già cambiato.Non il “tuo mercato”. Sto parlando di “tutti i mercati”.

L’economia digitale che ha stravolto il nostro sistema, le nostre aziende, le nostre abitudini ha ribaltato come un calzino certezze, capisaldi, trend.

Alcuni settori hanno iniziato a prosperare. Altri a sprofondare. Altri ancora a galleggiare, potendo contare ancora sulla coda lunga di ciò su cui si reggevano da sempre, confinati in realtà più di nicchia dove – probabilmente – domanda e offerta hanno trovato una caratteristica comune nei tempi di reazione più lenti.

O forse se stai leggendo questo articolo è soltanto perché non ti accontenti; sei un tipo ambizioso e vuoi migliorare sempre e comunque, cercando delle conferme.

In questo particolare momento storico infatti diventa più importante che mai saper valorizzare le proprie competenze, il proprio marchio, le proprie unicità.

Occorre partire dal basso, mettendo in discussione ogni aspetto legato al tuo business, senza dare per scontato che stia funzionando al meglio.

Già, perché la crescita non è fatta di “rivoluzioni”, ma di “aggiustamenti”.

Voglio farti una domanda che ti aiuterà a capire meglio cosa intendo.

Pensa a un colore che rappresenta la tua azienda.

Ti dò 3 secondi.

3…2…1…

Zero.

Te n’è venuto in mente qualcuno?

Se la risposta è “no”, con tutta probabilità hai un problema. Un problema di identità.

E’ come se ti avessi chiesto di pensare al colore della tua auto. Se te lo chiedessi, sapresti rispondermi, vero?

“La mia BMW è nera”.

“Il mio Mercedes è grigio”.

“La mia Audi è blu”.

Magari sapresti anche dirmi che tipo di blu o di grigio o di nero. Anche di bianco ci sono molti tipi. Bianco panna, bianco avorio, bianco alpino.

Ma la tua azienda proprio no. Non ha un colore.

Se ti chiedessi di pensare alla Easy Jet e di dirmi immediatamente un colore, mi diresti “arancione”.

Se ti chiedessi di pensare alla Coca Cola mi diresti “rosso”, o forse “marrone” se hai talmente sete da visualizzare il contenuto più che la lattina.

Se non vedi colori nella tua azienda il problema di identità sta proprio alla fonte. Significa che negli anni non hai dato tangibilità alla sua immagine. Significa che, banalmente, sei caduto nella più comune delle trappole che si nascondono dietro le PMI:

hai peccato di troppo coinvolgimento.

Quando ti lasci coinvolgere troppo da qualcosa finisci inevitabilmente per esserne talmente assuefatto, talmente assorto che tutti i dettagli più infinitesimali ti saranno chiarissimi. Viceversa, perderai di vista gli aspetti più scontati, quelli macroscopici.

Purtroppo, i primi che vedono i clienti.

Ne ho visti tanti “ridotti così”. Non preoccuparti. Ne uscirai.

Ti consiglio però di rallentare e di seguire la regola della Terza Persona (ne ho già parlato qui).

Mettiti nei panni di un tuo nuovo potenziale cliente. Sai quante offerte come la tua riceve? Tantissime. Perché dovrebbe ricordarsi proprio di te e della tua azienda quando ne avrà bisogno? Come farà a rintracciarti nei suoi “cassetti della memoria”?

Gli devi fornire un “appiglio”, un “ricordo”, un segno distintivo.

Puoi raggiungere chi vuoi tramite la pubblicità o il passaparola o i piccioni viaggiatori, ma se non gli metterai davanti un “volto” la tua azienda sarà perfettamente anonima e non sarà più distinguibile da quella del tuo competitore che si era presentato al cliente ieri, o quello che gli si presenterà domani.

Tutti uguali, tipo i protagonisti de “La Casa di Carta”.

la casa di carta

Finché qualcuno leva la maschera e scopre il suo volto.

la casa di carta

E come si fa a dare un volto alle aziende?

Si studia una strategia visiva e concettuale che quelli bravi chiamano brand identity,o branding.

Ti ho promesso sin dall’inizio che avremmo tenuto le cose semplici qua dentro, perciò ti riassumerò queste due brutte parole inglesi con altre italiane, pane pane vino al vino:

– la tua azienda deve avere un logo;

– la tua azienda deve avere un colore;

– la tua azienda deve avere uno stile visivo fatto da tanti dettagli (font, elementi grafici, stile delle icone o delle immagini)

Poi, la cosa più importante: non ci deve più essere brochure, volantino, biglietto da visita, pubblicità, canale social che non riprenda questi segni distintivi.

Loro diventeranno il volto della tua azienda. Se sarai così bravo a diffonderli e così costante nel mantenerli i clienti ti ricorderanno, ti assoceranno ad essi.Hai scelto l’azzurro? Fai in modo che ogni volta che guardano il cielo pensino a te.

Si può fare, non è fantascienza.

Si tratta soltanto di capirlo e di affidarti ad un professionista che ti aiuti a realizzare un logo moderno e rappresentativo, unito ad un’immagine coordinata e coerente con il tuo target ed il tuo settore.

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Quando questo sarà definito, il prossimo step su cui ti consiglio di concentrarti è la realizzazione di materiale di comunicazione che seguano le linee guida della tua immagine coordinata.

Biglietti da visita, fogli lettera, buste, blocchi per gli appunti, biro, cartellette.

Tutto deve parlare un unico linguaggio visivo: il tuo.

Eccoti un esempio di quello che intendo:

brand identity

Anche in questo caso, la consulenza di un professionista esperto di grafica che si prenda cura anche dei processi di stampa e produzione è caldamente consigliata, ma se sei particolarmente intraprendente e te la cavi con programmi quali Adobe Illustrator, Photoshop o Indesign, puoi partire da dei template già pronti.

In rete se ne trovano molti, di alta qualità e ad un prezzo modesto.

Ad esempio questo, o questo.

Inoltre, sarebbe un’ottima cosa dotarti di un modello di Power Point per le tue presentazioni che riprenda le linee grafiche che avrai definito, in modo da poterti proporre ai tuoi clienti  sempre con lo stesso stile.

Non vorrai certo indossare una scarpa e una ciabatta, vero?

Anche in questo caso, l’ausilio di un professionista che ti possa aiutare anche in questa fase è la cosa migliore, ma se sei a corto di budget potresti pensarci autonomamente, non credi?

Sai utilizzare Power Point, non è vero? Hai qualche decina di euro sul conto corrente?

Bene, hai tutto quello che serve per avere una presentazione Power Point professionale.

La base di partenza è sempre la medesima: l’acquisto di un modello preconfezionato che potrai liberamente editare ed utilizzare in autonomia.

Ad esempio questa, oppure questa.

Con questi template di Power Point potrai realizzare delle slide per presentare la tua azienda e i servizi che offri. Ma potrai anche creare presentazioni impattanti per i tuoi progetti, in modo da compire nel segno!

Il mio consiglio è quello di far produrre anche delle brochure, o presentazioni cartacee che sono sempre molto efficaci quando vengono lasciate nella mani giuste.

Anche in questo caso, puoi farti aiutare da un grafico oppure, se te la cavi con Adobe Indesign, acquistare un template e realizzarla autonomamente.

A differenza degli altri materiali di comunicazione però non voglio spingerti troppo verso quest’ultima alternativa; la brochure aziendale infatti è un biglietto da visita molto importante e dev’essere realizzato sapientemente, con attenzione.

Scelte tecniche come la grandezza della font, la carta su cui viene stampata, il formato, le finiture sono elementi che nell’insieme determineranno la differenza tra un lavoro fatto in casa ed uno professionale. Se posso darti un ulteriore consiglio è quello di attendere il momento giusto: quando potrai permetterti l’ausilio di un professionista, fatti aiutare da lui. Ti costerà qualcosa in più (non stiamo comunque parlando di cifre astronomiche) ma il risultato finale sarà impagabilmente migliore).

Mi segui?

Se sei arrivato fino a qui significa che hai proprio voglia di migliorare le cose.

Hai già fatto dei progressi: hai un logo, una cartelletta con una bella brochure e una presentazione aziendale in Power Point da fare invidia a tutti.

E’ tanta roba, non credi?

Ora ti manca quello possiamo considerare “l’ultimo tra i tasselli fondamentali della comunicazione moderna”. Anzi, facciamo “il primo tra i tasselli fondamentali della comunicazione moderna”: un sito Internet.

Non è importante: è basilare.

Quando conosci un nuovo fornitore o un nuovo partner, qual è la prima cosa che fai? Lo cerchi su Internet.

Fidati: anche gli altri fanno così. Lo facciamo tutti.

Una volta si diceva “dimmi che scarpe hai e ti dirò chi sei”. Oggi “dimmi che sito hai e ti dirò chi sei”.

Eh si.

Il sito Internet dice molto sulla tua azienda.

Innanzitutto dice se esisti o non esisti. Già, perchè se non ce l’hai, non esisti.

Se esisti, ci dice il tuo stato di salute: quanto hai vissuto bene fin’ora, quanto ti resta da vivere.

Parlare del tuo sito Internet ci aprirà la strada per approfondire anche altri ambiti digitali, come la tematica social (parlo di Facebook, Instagram, LinkedIn e tutte quelle app che usi senza sapere davvero perchè) e il posizionamento sui motori di ricerca (anche tu vuoi sapere come essere primo su Google, vero?).

Ora hai già molto a cui pensare.

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